giovedì 12 novembre 2015

3.1 Una presenza letteraria nel mondo antico

da Marco Tullio Cicerone, Laelius de amicitia (44 a. C.)
1. E non parlo qui dell’amicizia volgare e ordinaria, che pure ha il suo fascino e i suoi vantaggi; parlo della vera e perfetta amicizia, quale fu quella di pochi ancor oggi famosi. […]
2. Perché chi ha davanti agli occhi un vero amico ha davanti a sé come la sua propria immagine ideale [exemplar]. Perciò gli assenti diventano presenti, i poveri ricchi, i deboli forti e, quel che è più difficile a dirsi, i morti vivono; così tanta stima, ricordi, rimpianti ispirano ai loro amici. Così gli uni sembrano avere trovato la gioia nella morte e gli altri in una vita degna di encomi.
De Amicitia, manoscritto Biblioteca apostolica vaticana

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